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Il PasticcioMeticcio

Il PasticcioMeticcio è il ricordo di un anno passato in Romania alla ricerca di quella musica che rende i film di Kusturica dei capolavori.
Il ritmo incalzante delle fanfare moldave la dissonanza sincopata di vecchi ottoni rattoppati con nastro adesivo suonati dai contadini tigani che per interminabili ore comprimono aria nei pistoni
come le fisarmoniche che fanno suonare i vicoli di Genova
sempre un po' scordate per essere passate per troppo tempo da un suonatore all'altro, a cui il mantice ha regalato note bianche e nere
fino a rimanerne quasi senza.

Il PasticcioMeticcio sono i quarti di tono di un ud marocchino,
prezioso frutto dell'arte del più anziano liutaio della medina di Marrakech dove il tempo è dilatato e si mescola al singhiozzo dei bendhir dei suonatori berberi che incantano Djemma el Fna.

PasticcioMeticcio è un ritorno alla terra natìa,
dove non sei mai vissuto e per questo sei affascinato dai battimenti della chitarra battente, che rimbalzano sul ritmo forsennato della terzina del tamburello, e accompagnano lo stridente suono
delle corde di budello della lira calabrese, sconosciuto quanto misterioso strumento della locride, unico in Italia ma non nel Mediterraneo, seguendo le tracce delle sue origini bizantine, ti ritrovi dai Balcani giù fino in Anatolia passando per la Grecia e scoprendo in un angolo di Creta il suono melanconico del Bosforo.
Allora non sai più dove si ferma l'Europa e inizia l'Asia, e mentre ci pensi un rrom turco ti sta spiegando i tempi dispari 5-7-9, 9-7-5... forse una volta eravamo anche di più nel gruppo, perché in realtà più che un gruppo stiamo parlando di un'esperienza umana (e quindi musicale) collettiva, nella quale confluiscono percorsi individuali che attraversano lo spazio in cui essa si manifesta.
Il Pasticcio è un viaggio intrapreso a Genova, da Genova e per Genova, da chi, passando in questi quattro anni ci ha lasciato uno spartito, canticchiato una melodia, confidato un canto che si portava dentro con sé, come ricordo dell'angolo di mondo da cui proviene.

Ecco perché il Pasticcio è la materializzazione di traiettorie reali e immaginarie, presenti e passate
che si incrociano a Genova, dall'India al Sud-America, dal Baltico a Capo Verde.

Suonare per quell'amore che fin qui hai inseguito cantare da destra a sinistra per chi ti ha portato in braccio e adesso ti sta a guardareinventarsi uno strumento suonato dal vento lasciare alla musica il tempo che essa vuole.

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